Và dove ti porta il Naso
- NasoDVino
- 6 feb 2020
- Tempo di lettura: 4 min
Và dove ti porta il Naso.

Un vecchio detto, che mi appartiene molto, recita così:
"Quando parli fà che le tue parole siano migliori del tuo silenzio"
Ampliando e contestualizzando il concetto potrebbe suonare all'incirca così:
"Quando scrivi fà che le tue parole siano migliori del vino che hai bevuto"
Ed in questo caso mi sono fregato con le mie stesse mani, perchè qualsiasi cosa scriverò non potrà mai lontanamente essere migliore dell'esperienza vissuta a Cascina Fontana. Dalla potatura del nebbiolo in vigna, alla degustazione dalle botti in cantina fino alla cena con l'apertura di bottiglie "impossibili" dal valore umano ed enologico assoluto.
Per dovere morale dovrei lasciare il post in bianco, così come in spirituale silenzio è rimasto per un istante eterno Mario, Mario Fontana, quando ha aperto il Barolo '67, di suo nonno Saverio. (lo so che così è stato)

Ma non lo farò, proverò a sintetizzare, educare, costringere in qualche riga, sensazioni ed emozioni che per loro natura passionale sono senza spazio e senza tempo. Per questo motivo chiederò a te lettore, anche laddove sarò "esagerato", anzi proprio lì, di esagerare, esasperare ed estremizzare te stesso ancora di più il concetto. Nonostante questo, sarai ancora lontano da ciò che abbiamo provato noi, eletti, partecipanti a questa prima #dvinovertigo
Và oltre con il tuo cuore, perchè è esattamente là dove ci ha portato Mario.
Và dove ti porta il naso.
Luisa.
Il merito è tutto di Luisa.
Due anni fa a Slow wine a Montecatini terme verso fine serata dopo aver degustato un pò di tutto decido di finire in bellezza. Piemonte. Barolo. #trasparencedoitbetter
Mi avvicino, porgo il calice, tre parole ed un bel sorriso: "Noi siamo piccini (a fianco aveva un colosso ormai americano delle Langhe) e mio marito lo fà (il barolo) come lo faceva suo nonno."
Esattamente quel che ho ritrovato in bocca. Tradizione e passione. Coerenza piena.
Chiedo se è possibile visitare la cantina e la risposta è: "Mio marito è contentissimo quando trova persone come te che hanno la passione del vino, se vieni lo fai felice!"
Fu così che lo scorso anno mi arrampicai, eccitato come un bimbo in sala giochi, per la salita di Perno, frazione di Monforte d'Alba nel cuore delle Langhe, e raggiunsi Cascina Fontana per scoprire i segreti del barolo di Mario.
C'era una volta... e per fortuna c'è ancora!
Vengo via soddisfatto ma con la voglia di saperne di più, molto di più. Di degustarne di più, molto di più.
Ci rivediamo con Mario, sempre allo slow wine l'anno dopo e viene quasi spontaneo e reciproco ad entrambi di pensare ad un evento, creare una situazione, in cui pochi appassionati eletti winelovers potessero godere della storia del Barolo di Cascina Fontana per capire fino in fondo come evolve un grande Nebbiolo e in cosa, nella sua essenza liquida può trasformarsi e rivelarsi.

Magari per gioco, forse per scherzo, ma il 25 gennaio 2020 ci siamo presentati in 14 sul confine fra Monforte d'Alba e Castiglione Falletto dove in vigna ci aspettava proprio Mario con Gabriele per spiegarci le caratteristiche dei terreni e per un breve corso divertente e didattico sulla potatura.
Sì, Mario Fontana in persona, il proprietario, anzi, come ama e ci tiene a definirsi lui, il custode, perchè chi custodisce un qualcosa ne ha cura, lo tratta come un figlio, lo accudisce. E aggiungo io, perchè della terra non puoi esserne proprietario, puoi solo averla in prestito, come lui l'ha ricevuta da suo nonno, la lascerà probabilmente ai suoi discendenti.
Le uve provengono da tre vigneti, tre CRU o meglio tre MGA (Menzioni geografiche aggiuntive) come vengono nominate qui nelle Langhe, distinti e differenti per esposizione, altitudine ma soprattutto per composizione del terreno e tutte, in percentuali diverse a seconda delle annate, andranno a comporre lo stile tipico del Barolo di Cascina Fontana. Solo in alcune annate viene prodotto anche il Barolo Cascina Fontana del Comune di Castiglione Falletto con le uve raccolte da due vigne poste in tal comune.

Ci siamo traferiti poi nella cantina dove abbiamo avuto l'onore e il piacere di degustare dalle botti le varie annate in divenire oltre a barbera e dolcetto.
Tassello dopo tassello il puzzle inizia ad essere completo, il quadro capolavoro si sta completando.
Papille gustative pronte, allenate ed eccitate in attesa di degustare le vecchie annate.
Menti che hanno ormai compreso quanto sia forte l'attaccamento e la compenetrazione di Mario con questo territorio, ma soprattutto cuori aperti ad accogliere sensazioni ed emozioni che solo certi grandi vini possono offrire.
Cena "stellare" da Gennaro di Pace e abbinamenti con le varie annate di Barolo 2006 e 2005 perfette, eleganti e potenti, sempre in equilibrio e armonia, trama tannica morbida e ben integrata, ancora una notevole freschezza e una persistenza in bocca notevole.

Poi arriva lei, la più attesa della serata, la mitica '67, perchè quando si parla di grandi vini spesso le 50enni sono più acclamate delle 20enni, ma solo quelle che riescono a tenersi in splendida forma ovvio. E questa altro che in forma. Superbamente in forma.
Colore arancio scuro brillante di una trasparenza che più che mai diventa sinonimo di eleganza. Un naso intenso e complesso ancora di frutta sotto spirito e sentori floreali insieme a spezie, tabacco, goudron. Il tannino è seta liquida. Ancora una bella freschezza in bocca. Questo è Barolo. Questo è il Barolo di Cascina Fontana.
Standing ovation.
Silenzio in sala, ognuno vagabondo nei suoi pensieri più intimi, rapito.
Vedo, sento, percepisco la commozione di Mario. Immagino suo nonno Saverio, da qualche parte lì insieme a noi, anche lui con il suo calice pieno, sorridere soddisfatto.
Un giorno parlerò di questo legame unico, speciale e ultraterreno che lega i nonni ai nipoti, ne conosco di storie simili a Montalcino, nel Chianti Classico e anche in Valpolicella, e penso che sia anche questo aspetto a contribuire a rendere un grande vino eterno.
Mario, cosa è per te il vino?
"Il vino è per far capire chi sono e da dove vengo. Soprattutto anche un modo per rimanere connesso all'origine... Il vino è quello che ti aiuta a ritrovare te stesso. Il vino è come una preghiera."
Grazie Mario ed ora religioso silenzio.
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Ogni volta che lo rileggo mi vengono i brividi! Una delle esperienze più intense in assoluto! ... ne organizziamo un’altra? 😃