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Orcia, il vino più bello del mondo

Orcia, il vino più bello del mondo...


calici e notes
degustazione Vini Orcia Doc

Avevo 4 anni, forse 5, ricordo che non andavo ancora a scuola e una mattina mio nonno mi portò con sè a potare la vigna.


"Vieni bimbo, stamani ti insegno a potare" e mi dette una paio di forbici in mano, più grandi e più pese di me quasi.


Di ferro, ghiacce, di colore nero, marrone scuro. Brutte. Non avevano niente dell'aspetto dei giocattoli che ero abituato a tenere in mano, pieni di colori, luci e suoni.


Però ero contento. Emozionato.


Mio nonno, di origini contadine, 7 fratelli, non abitava più in campagna, ma nella sua casetta aveva un piccolo pezzo di terra dove c'era l'orto, sempre ordinato e preciso e due filari di viti. Sante e sacre.

Uva bianca che serviva per fare il vin santo. Sì perchè, aveva venduto tutto, ma quei tre caratelli e quella vecchia strettoia per fare il suo vinsanto, a quello no, non aveva rinunciato.


"Il vino buono lo trovi, ma il vinsanto bello come il mio non lo fa nessuno!"


Era febbraio, una bella giornata di sole, ma con la temperatura abbondantemente sotto lo zero, non come oggi ormai e in effetti la mia mansione era di tagliare i tralci, che lui sapientemente potava, in parti uguali da circa 50 cm che servivano poi per fare le fascine per il forno.


A lavoro finito prese le mie mani rosse paonazze dal gelo, le mise a scaldare fra le sue bollenti, non so come facesse ad averle così, e ammirando il filare bofonchiò:


"Bello!"


La "bellezza" nella cultura contadina toscana, non è una scatola vuota, un esercizio fine a sè stesso, solo esteriorità, ma è intrinsecamente e indossolubilmente legata alla "bontà", al "fatto bene", "a regola d'arte".


Il bello è buono e il buono è bello.


calice di vino bianco in controluce
Bianco Orcia

E non è nemmeno un dono divino, una concessione generosa dell'universo, ma frutto del lavoro umano, fatica e sudore. Del sapere fare.


Ecco perchè, Orcia, il vino più bello del mondo non può essere solo riferito e associato all'etichetta legata alla Val d'Orcia come "Patrimonio Mondiale Unesco", ma va ben oltre. Avvolge e coinvolge la qualità del vino in questo caso e più in generale dei prodotti di questa terra.


Le vigne di Orcia DOC dipingono un quadro che sembra uscito da un sogno. Il verde delle colline, il sole che accarezza i grappoli, è la scenografia perfetta per il Sangiovese. Un'atmosfera che rende ogni sorso un viaggio in una Toscana autentica.


Il bello di Orcia DOC non è solo il vino, ma la storia che racconta. Ogni sorso è un capitolo di una saga, con un inizio avvincente e un finale che ti lascia con un sorriso. È un invito a scoprire la passione che scorre nelle vigne toscane.


Il bello è buono, il buono è bello.



Orcia DOC: Il Terroir che Parla al Cuore


Immaginatevi sulle colline d'Orcia, circondati da paesaggi mozzafiato e vigneti ordinati come opere d'arte. L'Orcia DOC è il nostro piccolo segreto, un ponte naturale che si estende tra la forza e la longevità del Brunello e l'eleganza storica del Nobile.


Il cuore pulsante di un territorio dove ogni sorso è come una passeggiata attraverso la Toscana. Qui non c'è spazio per sfide, solo un abbraccio caloroso tra due grandi, il Brunello e il Nobile, e Orcia DOC che li unisce.


Fra il Sangiovese grosso che ha reso celebre il Brunello e il Prugnolo gentile che dona storica eleganza al Nobile, qui abbiamo un Sangiovese che abbatte linee, confini, barriere che sono soltanto limiti burocratici non territoriali e nel calice ritroviamo questa contiguità, questa consequenzialità. Non ci sono rotture o elementi distonici. Personalità certo ma coerenza.


I 10 vini in degustazione erano i seguenti:


Troccolone 2022 - Capitoni

Orcia Rosso 2021 - Sassodisole

Aetos 2020 - Tenuta Sanoner

Tinia 2020 - Fabbrica

Miraggio rosso 2018 - Bagnaia

Sesterzo 2019 - Poggio Grande

Cenerentola 2019 - Donatella Cinelli Colombini

Il Tocco 2019 - Campotondo

Giovesone 2019 - La Nascosta

Atrivm 2016 - Atrivm


bottiglie di vino allineate
I 10 vini in degustazione

Quello che emerge prepotentemente e lucidamente dai 10 vini in degustazione è un Sangiovese che sa tacere e fa parlare, esprimere, manifestare il territorio, ancor meglio il terroir.


Un Sangiovese come un libro aperto, con ogni sorso racconta una storia affascinante. Immaginatevi un bouquet di frutti rossi, ciliegie mature che si mescolano talvolta con note di mora e ribes. È come passeggiare attraverso un frutteto toscano al culmine dell'estate.


Talvolta note balsamiche di macchia mediterranea, erbe aromatiche, persino mirto o ginepro arricchiscono il bouquet alleggerendolo, donando finezza e grazia e una grande e piacevole bevibilità.


Non dimentichiamoci delle note floreali che si intrecciano con maestria. Il profumo di violette e rose completa l'esperienza, aggiungendo un tocco di eleganza. E c'è qualcosa di magico nelle note speziate, un pizzico di pepe nero che conferisce al Sangiovese una complessità irresistibile.


sommelier in degustazione
Wine friends

Parliamo dei tannini, il biglietto da visita del Sangiovese. Sono come un abbraccio avvolgente, decisi ma mai invadenti. Si fondono con la struttura del vino, regalando una sensazione di eleganza e persistenza. I tannini del Sangiovese sono come il tappeto rosso che accoglie ogni sorso. A volte dobbiamo solo dargli un pò di tempo.


Come i grandi amori...


D'altronde Orcia doc nasce proprio il giorno di San Valentino. 14 febbraio 2000.


Preparati a farle gli auguri festeggiando proprio con una, meglio due, bottiglie di Orcia DOC!



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