L'intraprendentuoso
- NasoDVino
- 16 giu 2019
- Tempo di lettura: 2 min
L'intraprendentuoso, non sono io.

Ben Bevuti,
Lo scoprirete, se sarete attenti ed arguti, ma ogni cosa a suo tempo e questa volta partirò a ritroso.
Sì, sarà un articolo all'incontrario.
Pausa pranzo. Una di quelle belle.
Paesino delle 5 terre. Liguria, Bonassola.
Primi giorni di Marzo e primo bel sole. Lascio la giacca in auto. Maniche della camicia arrotolate come un salumiere. Ma chi se ne frega. "A me mi garba abbestia così". Voglia di staccare almeno un'ora. Alcuni, sparuti e quasi completamente vuoti, tavoli e sedie lungo mare. Mi siedo. Non importa che tipo di locale è. Mi piace quel posto. anzi, per coerenza, "mi garba". Con il sole in faccia. Che illumina e scalda piacevolmente. Arriva un ragazzo giovane, il titolare del bar si qualifica, mi chiede cosa desidero e mi suggerisce un cartoccio di frittura mista di paranza che viene fritta direttamente sopra la barca e me ne indica una ormeggiata poco distante. Mi chiedo se veramente questo è un angolo di paradiso, accetto passionalmente e chiedo però di avere un calice di bianco di livello. Annuisce come chi sà il fatto suo e mi lascio servire. Arriva il cartoccio bollente e quasi contemporaneamente il calice.

Paglierino intenso, cristallino. Brillante. Ma che dico, luccicante.
Come quando il sole si riflette nel mare.
E del mare la sapida freschezza, (o la fresca sapidità) che lo rende piacevolmente persistente. Profumi avvolgenti di mela verda, pera williams, anice stellato, erbe mediterranee e agrumi, cedro, una leggera mineralità e deliziosi richiami floreali di ginestra e gelsomino.
Un vermentino squisitamente delizioso. (o deliziosamente squisito)
Superfluo dire che i cartocci di paranza sono diventati due e i calici, beh, come si dice "Anni, baci e bicchieri di vino non si contano mai!", vi basti sapere che con la scusa di sapere che vino era mi sono fatto portare la bottiglia e nel consegnarmela il titolare mi dice, indicando le colline a picco sul mare dell'entroterra, "viene da lassù."
La promessa di andare a trovarlo qualche mese dopo l'ho mantenuta.
Un anfiteatro naturale che ha come spettacolo il mare.
Luogo suggestivo in cui la fresca brezza marina si incontra con i profumi inebrianti della macchia mediterranea e le vigne sembra che immergono direttamente le radici nel mare per arricchire di gustosa sapidità (o di sapida gustosità) i grappoli di uva. Vermentino, ma anche Albarola e Bosco, per fare il Bonazolae e l'Intraprendente, un vino passito, ed ancora altre varietà autoctone, il Ruzzese bianco su tutte, che sono state impiantate da poco e con progetti futuri molto chiari e stuzzicanti. O meglio, intraprendenti. Molto intraprendenti.
Intraprendentuosi.
Scriveva infatti Sante Lancerio, bottigliere del Papa Paolo III Farnese, che il Pontefice “soleva intingere i fichi secchi nell’amabile Ruzzese”
Oso aggiungere io: "Meglio intraprendentuosi a Bonassola che imprenditori a Milano"
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