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Amarone opera prima 2025: il ritorno dell'identità.

Immagine del redattore: NasoDVinoNasoDVino
Amarone opera prima 2025
Amarone opera prima 2025

Amarone Opera Prima 2025: il ritorno dell’identità.


Ci sono eventi che non sono semplici degustazioni, ma viaggi. Viaggi nel tempo, nella tradizione, nel cuore pulsante di un territorio. Amarone Opera Prima è questo: un’esperienza che ti immerge nel profondo respiro della Valpolicella, tra calici che raccontano storie di vigna, scelte di cantina e interpretazioni del tempo.


Quest’anno, ho avuto il privilegio di affrontare una sfida intrigante: la degustazione alla cieca dei 77 Amarone 2020.


E sai una cosa? Ho ritrovato l’Amarone.


2019 vs 2020: due annate, due filosofie


Ripensando alla scorsa edizione, le 2019 erano figlie di un’annata generosa, quasi troppo facile. I vini, nella loro leggerezza studiata, sembravano rincorrere una modernità che, in molti casi, li snaturava. Amaroni meno Amaroni, più snelli, più scorrevoli, ma anche più squilibrati. L’alcol, lasciato a briglia sciolta, prendeva spesso il sopravvento, relegando il frutto in un angolo. Un tentativo di rincorrere la bevibilità che, per paradosso, rendeva molti di quei vini più pesanti e meno identitari.


E poi è arrivata la 2020. Annata meno generosa, più complessa, più difficile. E proprio per questo, più autentica. Qui, le cantine hanno dovuto lavorare con quello che la natura ha concesso, senza il lusso di un’uva perfetta da manipolare a piacimento. Il risultato?


Amaroni che tornano a parlare la loro lingua.


Più austeri, più profondi, più veri. Certo, la tendenza a renderli più accessibili non si ferma, un trend ormai inarrestabile. Ma in molti casi, quest’anno, la leggerezza è una scelta stilistica più ragionata, meno imposta dal desiderio di inseguire mode effimere.


E questo fa tutta la differenza del mondo.


Il mio Amarone? Deve essere Amarone.


fiori e vino
Blind tasting

Per quanto mi riguarda, continuerò a cercare "Amaroni" che non abbiano paura di essere "Amaroni".


Perché snaturare un’identità così forte?


Se voglio un vino più leggero, ne scelgo uno pensato per esserlo. L’Amarone non deve chiedere scusa per la sua struttura, la sua opulenza, il suo carattere indomito. Talvolta anche "prepotente". Deve essere un sorso che avvolge, che scalda, che racconta la pazienza della vigna e l’arte della sua trasformazione.


Quando un vino sa chi è, lo riconosci subito.


E quando un Amarone si fa Amarone, la magia è inevitabile.


La mia Top 7 Amarone 2020


Dopo 77 calici, il mio palato ha eletto i suoi campioni. Ecco la mia selezione dei migliori sette Amarone dell’annata 2020, quelli che hanno saputo coniugare forza ed eleganza, tradizione e carattere, senza perdere di vista l’essenza di questo grande vino:


  1. Fasoli Gino - Alteo – Un Amarone avvolgente e seducente, che incanta con profumi di ciliegia sotto spirito, cacao e spezie dolci. In bocca è caldo, profondo, con un tannino setoso che accarezza il palato e una persistenza da applausi.

  2. Monteci – Raffinato e complesso, gioca su equilibri impeccabili tra frutto, spezia e freschezza. La nota alcolica è perfettamente integrata, regalando un sorso appagante e armonioso.

  3. Ca' dei Frati - Pietro dal Cero – Strutturato e vibrante, sfodera aromi intensi di prugna matura, tabacco e cioccolato fondente. Il finale è lunghissimo, con un’eco minerale che invita a un altro assaggio.

  4. Massimago – Elegante e femminile, con una vena balsamica che gli dona profondità e carattere. Note di mora, pepe nero e liquirizia danzano su un palato rotondo e vellutato.

  5. Monte del Frà - Tenuta Lena di Mezzo – Un Amarone di grande classe, che alterna potenza ed eleganza con rara maestria. Sorso ampio, speziato, con un finale di vaniglia e frutti di bosco in confettura.

  6. La Collina dei Ciliegi – Autentico e sincero, racconta la Valpolicella con un profilo caldo e avvolgente. La struttura c’è, ma senza forzature, e la chiusura è lunga e speziata.

  7. Piccoli - La Parte – Un Amarone che emoziona con la sua finezza. Il frutto è croccante, la speziatura intrigante, la beva sorprendentemente agile per un vino di tale struttura. Persistenza interminabile.


Perché questi sette?


Perché hanno saputo rispettare la propria anima, raccontare un’annata con sincerità e regalare un sorso che non ha bisogno di giustificazioni.


Se cerchi l’Amarone, qui lo troverai.




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