A.D. 1441 il Brunello degli Angeli.

BenBevuti/e,
pellegrini stanchi e scottati dal sole d'agosto, affamati ed assetati (soprattutto assetati), ritempratevi qui, al Castello Altesi alle porte di Montalcino.
Correva l'A.D. 1441 e, mentre a Frittole Benigni e Troisi erano intenti a scrivere la famosa lettera a Savonarola, la famiglia dei Tricerchi apponeva la targa in marmo bianco a sigillo dell'ultimazione del castello.
Da allora castello Tricerchi.
E non esiste Castello, che sia degno di questo appellativo, che non abbia una storia importante, esoterica ed affascinante da raccontare.
Nessuna storia di anglosassoni fantasmi o dark horror stories alla Edgar Allan Poe e nemmeno a presenze piu o meno demoniache alla Stephen King, qui non siamo nè nelle Highlands Scozzesi, nè tantomeno nel Maine.
Qui siamo nel cuore della Toscana, lungo la via Francigena, asse che conduce i pellegrini alla Santa Roma. Qui ci sono energie positive. Celestiali. Angeliche.
Qui si respira il DiVino.
Nella cappella gentilizia, dedicata alla Vergine del Velo, è ancora custodito un frammento del velo, certificato da Bolla pontificia.

Il numero 1441 è palindromo, ovvero può essere letto da entrambe le parti come un doppio 14 e questo è esattamente un modo in cui gli Angeli cercano di comunicare con noi mortali.
A me piace pensare che siano stati gli Angeli stessi a metter mano al ritardo burocratico per far si che non potesse essere apposta la dicitura riserva sul Brunello 2013 top di gamma, che ha dovuto chiamarsi in altro modo: A.D. 1441 Brunello di Montalcino, guarda caso.
Comunque per chi non crede agli Angeli, c'è una versione molto più pragmatica e razionale, che in qualche modo chiude il cerchio e mette tutti d'accordo.
Il 14 nella smorfia napoletana è: O'mbriaco, l'ubriaco (ora capisco perchè è stato per 40 anni il mio numero di maglia da giocatore di basket)
Le vigne sono situate intorno al Castello stesso, a nord di Montalcino, la zona piu fresca e meno esposta al sole e beneficiano anche di un microclima particolare per un laghetto che si trova ai piedi del pendio. L'esposizione non proprio ideale, fa si che i Brunelli di Castello Tricerchi, abbiano nell'eleganza e nella finezza il loro punto di forza. Il global warming di sicuro negli ultimi anni avvantaggia ed avvantaggerà sempre più simili esposizioni .

Lunghe macerazioni e il lento affinamento in grandi botti, nelle cantine del XV secolo realizzate nelle segrete del castello, riconducono il vino alla sue essenza.
Il Brunello degli Angeli.
Un Brunello che nelle varie annate, ha sempre un tannino educato e setoso che ben si integra con la complessità degli aromi sempre ampia che vira da frutti più maturi e pieni nelle annate piu fresche a sentori più balsamici nelle annate piu calde e siccitose. Sempre sotto controllo. Un brunello equilibrato. Calmo ma sempre ben presente e preciso. Un Brunello paziente ma inesorabile. Non esplode in fuochi d'artificio ma stupisce con la sua costanza e determinazione. Non vince il più veloce ma chi si ferma più lontano. Come ogni pellegrino che passa di li, sa che passo dopo passo, possiamo arrivare ovunque e la meta non è il traguardo ma il camminare stesso.
"Conta solo il cammino, perché solo lui è duraturo e non lo scopo, che risulta essere soltanto l’illusione del viaggio." (Antoine de Saint-Exupery)
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Grazie a :
@tommyhymer694
@castellotricerchi
con la partecipazione e la sopportazione di:
@sara_winelover
@astrid_winelover
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Quando ti ho chiesto cosa potevo sapere di interessante sul brunello con te in foto non credevo potesse risultare interessante perfino lui (il brunello intendo) pensavo, da buona astemia che ci fosse altro di interessante... Invece è veramente piacevole quello che hai scritto, sinceramente credo che sia veramente interessante quello che scrivi, è un commento da ignorante in materia ma proprio per questo credo che sia significativo che quello che scrivi incoraggia anche chi non apprezza direttamente il vino a saperne almeno qualcosa in più!! 😉 Ps: Anche a me piace pensare allo zampino degli angeli...