top of page

Il megalodonte di Fibbiano.

Immagine del redattore: NasoDVinoNasoDVino

Il megalodonte di Fibbiano è effettivamente un titolo strano per un blog di vino eppure c'è una connessione molto più forte, evidente ed importante di quello che si può pensare, sull'enorme specie di squalo preistorico e i vini della Fattoria di Fibbiano.

Siamo nel cuore della provincia di Pisa, non lontano da Volterra e proprio dove ora ci sono questi filari di cipressi che accompagnano ornandola, la strada sterrata, verso le vigne e la cantina, centinaia di milioni di anni fa i megalodonti cacciavano le loro prede nelle acque oceaniche.

In effetti, non so se c'erano o no i megalodonti, di sicuro c'era un mare preistorico, testimoniato dai resti di miliardi di fossili di conchiglie e piccoli invertebrati che compongono l'attuale terreno delle vigne della Fattoria di Fibbiano. Quello che i geologi chiamano lo scheletro del terreno.

Perchè è così importante?

Perchè questo aspetto imprime come un marchio, una caratteristica distintiva, nei vini della Fattoria di Fibbiano, che li rende veramente unici e speciali. (nel prossimo blog sulla degustazione ne parlerò nei dettagli)

La filosofia dell'azienda è molto chiara e precisa, da me condivisa al 100%:

esaltare il territorio attraverso vitigni autoctoni.

"Noi inseguiamo il sogno degli autoctoni, the Real Tuscan wine. Non abbiamo nessuna intenzione di rincorrere affannosamente i gusti del momento, ma siamo convinti, al contrario che il mercato abbia di tanto allargato i suoi confini e che il consumatore sia pronto ad assaggiare e apprezzare qualcosa di unico, che nasce e cresce solo in un preciso luogo e che diventa come un libro che racconta la storia di una terra e degli uomini che la vivono. " cit.

Ovviamente in Toscana, non può mancare il Sangiovese.

Le piante madri di tutte le vigne di Sangiovese della Fattoria di Fibbiano sono state selezionate da un vigneto che ha più di 120 anni, dal quale peraltro, viene anche prodotto "Ceppatella" un sangiovese in purezza.

Il canaiolo affianca il sangiovese ne "L'Aspetto", il colorino fa altrettanto ne "Le Pianette" e il ciliegiolo è presente ne "Casalini".

Il ciliegiolo viene anche prodotto in purezza come un altro vitigno autoctono toscano, il Sanforte, meglio conosciuto come il Sangiovese forte, anche se non ne è strettamente parente.

Per i bianchi, vermentino e colombana, danno vita in "Fonte delle donne" ad un bianco veramente originale, unico, eccellente.

Dal generoso Sangiovese, viene anche prodotto un rosato "Sofia" e un metodo classico, 36 mesi sui lieviti, "Morfeo".

Ma delle degustazione ne parlerò la prossima volta.

Posso intanto aggiungere che è stata un'esperienza sensoriale molto intensa e particolare e molto "particolarmente intensa", un'accoglienza veramente gradevole e un posto magnifico, un vero angolo di Toscana da cartolina da visitare.

Macchè dico da visitare, da vivere con tutti e 5 i sensi.

Di sicuro a breve ci ritorno.

E chi si lascia scappare l'occasione di degustare il ciliegiolo e il sanforte in purezza e il metodo classico direttamente in tombe etrusche adibite a cantine?

Chi viene con me?

bottom of page