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Bendetta sia questa gelata tardiva!

Immagine del redattore: NasoDVinoNasoDVino

Benedetta sia questa gelata tardiva! (3/3)

Il pianto della vite e del viticultore. (parte prima 1/3)

Proprio pochi giorni fa sui social apparivano moltissime foto del suggestivo pianto della vite, ovvero il risveglio dal letargo invernale della pianta e la ripresa vegetativa; il fatto che spesso combaci con la data della Pasqua sembra proprio una resurrezione e per molti aspetti lo è proprio.

A guastare la festa ci ha pensato invece Jack Frost (chi è di origini anglosassoni o chi ha figli piccoli lo conosce, per tutti gli altri è il Signor Brina o Padre Inverno) che ha deciso che era troppo presto per lasciare il posto ad una stupenda Primavera e ha voluto lasciare la sua firma, avvolgendo gran parte dei vigneti d'Italia con tre notti sotto zero.

Al pianto delle viti è susseguito quindi, pochi giorni dopo, il pianto dei viticultori, che hanno visto le loro vigne danneggiate in modo pesante da questo brusco calo della temperatura.

In nord Italia e in Toscana ci sono state zone veramente colpite in maniera dura.

In realtà, al pianto dei viticultori, si è unito anche il pianto di tutti quelli che amano il vino e sanno cosa vuol dire dover rinunciare del tutto o in parte ad un'annata e di sicuro si unisce anche il mio, tuttavia, e qui rischio di non essere popolare, volevo dare un'ulteriore chiave di lettura di ciò che è successo.

Anzi, due chiavi di lettura.

Benedetta sia questa gelata tardiva!

fine prima parte.

Marzo pazzo! (Parte seconda 2/3)

O siamo già in Aprile?

Aprile quasi maggio ormai.

Nel post di ieri "il pianto della vite e del viticultore" vi avevo promesso due chiavi di lettura all'improvviso calo di temperatura che si è verificata nei giorni scorsi e ha seriamente messo in crisi la produzione di vino in alcune zone e vi avevo lasciati con questa frase provocatoria:

benedetta sia questa gelata tardiva!

Benedetta perchè ci fa capire quanto il clima possa essere imprevedibile e decisivo, sia nel bene che nel male.

Non è la prima gelata tardiva della storia, ma ce ne saranno sicuramente altre.

Il riscaldamento globale porta all'estremizzazione dei fenomeni atmosferici, che siano bruschi cali o rialzi di temperatura, che a bombe d'acqua, piuttosto che a grandinate di una violenza inaudita o lunghi periodi di siccità.

Questo aprile stesso non sarà ricordato per le piogge, quasi assenti, ma per un caldo già pre-estivo, prima di ripiombare per 4 giorni nell'inverno quello vero.

Ma non era Marzo il mese pazzo?

Adesso lo sono tutti a livello di clima generale, ecco perchè fondamentale diventa l'analisi del micro-clima.

Mcro-clima e territori vocati, sono strettamente legati, in quanto condizioni particolari di certe zone riducono molto la probabilità che in quel determinato territorio, ma oserei dire, in quella determinata vigna, avvengano fenomeni atmosferici estremi.

Mi diceva un produttore della Valpolicella:

"dove c'era bosco tornerà bosco, e dove c'era pascolo tornerà pascolo"

Una cosa è certa, nel prossimo futuro noi tutti, chi più e chi meno, dovremo fare i conti con il clima impazzito, che diventerà sempre più la regola.

Ma come sempre, non tutti i mali vengono per nuocere, domani vi dirò perchè.

Produttori di... (parte terza 3/3)

e nemmeno nomino di cosa. L'immagine provocatoria parla da sola ed ecco perchè:

Benedetta sia questa gelata tardiva!

Benedetta perchè ricorda a tutti, una volta di più, che il vino è un prodotto vivo e come tale segue le leggi della natura, anche quando la stessa è cruda e dolorosa.

Chi fa vino lo sa benissimo, sa che è un rischio da accettare, anzi, voglio spingermi oltre, da accogliere, accudire e benedire appunto, perchè è ciò che rende il vino un prodotto unico.

Non esistono due vini uguali per questo motivo.

Altrimenti mettiamoci a produrre quel liquido nerastro e dolciastro in foto. Non ci sarebbero annate storte, ma nemmeno quelle baciate dal Signore.

E saremmo tutti bravi uguale.

Cioè nessuno lo sarebbe.

Se non esistessero annate "sciagurate" non apprezzeremo nemmeno le annate "a 5 stelle" e, consideriamo che veniamo da due annate considerate tali un pò ovunque, sia il 2015 che il 2016.

Degustazioni ed abbinamenti sarebbero banali e scontati. Fotocopie.

Vogliamo mettere quanto mistero c'è in una botte?

E l'attesa, che genera eccitazione, nello stappare una bottiglia, perchè non potremo mai comunque sapere prima, quale bontà vi è celata.

Perchè poi, magari fra qualche anno o decennio, andremo a stappare un Barolo del 2017 o un Brunello del 2017, sapendo che è stato un anno sofferto, e ci accorgeremo che sarà un'annata tanto "particolare" da rendere quel vino così "particolarmente" delizioso, unico, con aromi e caratteristiche rare e quindi preziose.

Oppure se così non sarà, magari quelle vigne, faranno un capolavoro nel 2018.

Amici, questo è il vino; questa è la vita!

Benedetta sia questa gelata tardiva!

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