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Il pianto della vite e del viticultore.

Il pianto della vite e del viticultore. (parte prima)

Proprio pochi giorni fa sui social apparivano moltissime foto del suggestivo pianto della vite, ovvero il risveglio dal letargo invernale della pianta e la ripresa vegetativa; il fatto che spesso combaci con la data della Pasqua sembra proprio una resurrezione e per molti aspetti lo è proprio.

A guastare la festa ci ha pensato invece Jack Frost (chi è di origini anglosassoni o chi ha figli piccoli lo conosce, per tutti gli altri è il Signor Brina o Padre Inverno) che ha deciso che era troppo presto per lasciare il posto ad una stupenda Primavera e ha voluto lasciare la sua firma, avvolgendo gran parte dei vigneti d'Italia con tre notti sotto zero.

Al pianto delle viti è susseguito quindi, pochi giorni dopo, il pianto dei viticultori, che hanno visto le loro vigne danneggiate in modo pesante da questo brusco calo della temperatura.

In nord Italia e in Toscana ci sono state zone veramente colpite in maniera dura.

In realtà, al pianto dei viticultori, si è unito anche il pianto di tutti quelli che amano il vino e sanno cosa vuol dire dover rinunciare del tutto o in parte ad un'annata e di sicuro si unisce anche il mio, tuttavia, e qui rischio di non essere popolare, volevo dare un'ulteriore chiave di lettura di ciò che è successo.

Anzi, due chiavi di lettura, ma lo farò nei post, domani e dopodomani, per adesso vi basti sapere che:

benedetta sia questa gelata tardiva!

fine prima parte.

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